Pagine scelte dall’opera di Gabriele D’Annunzio
Tradotte in versi dialettali abruzzesi
Testo originale a fronte
Dedica: A mia moglie dedico queste pagine insaporate di sue premure per carezzare le nostre Nozze d’Oro 20 marzo 1954-2004
Anno di pubblicazione: 2004 – éDICOLA Editrice
PRESENTAZIONE
Dr. Aurelio Bigi
Questo volume esce per completare il ricordo dei 100 anni de La figlia di Iorio. Il nostro Teatro, che ospitò la “prima abruzzese” della tragedia dannunziana nel 1904, alza oggi il sipario per un’altra prima: “Pagine scelte” tradotte in versi abruzzesi da Raffaele Fraticelli.
Un omaggio a Don Gabriele con gli accenti antichi della sua Terra natale, opera che il nostro concittadino Raffaele Fraticelli ha messo in cantiere con l’intento di offrire a tutti e, in particolare, ai giovani studenti una guida didattica per esercizi di lettura di pagine poetiche in vernacolo.
L’esperienza ultracinquantennale nel campo della poesia di RaffaeleFraticelli ci ha sollecitati ad inserire questo suo lavoro nel nostro cartellone. Ricordiamo le sue letture alla radio come voce di Chieti: Zi’ Carminuccio e le più recenti pagine di Carmenelle de lu vente, dramma rappresentato nel 1999 in prima nazionale, i numerosi recitals Per voce sola, nonché il Racconto della terra – meditazioni per il grande Concerto PASSIO ET RESURRECTIO del M° Sergio Rendine.
Confidiamo nell’impegno dei nostri giovani attori e serbiamo in cuore la speranza che tale esperienza sproni questi a dedicarsi anche alla rivalutazione dell’Arte drammatica abruzzese.
prefazione
Prof. Umberto Russo
La tragedia di Gabriele d’Annunzio, ispirata alla realtà agreste e pastorale di un Abruzzo immerso in un tempo remoto senza riferimenti storici precisi, fin dalla sua comparsa in teatro, cento anni or sono, ha stimolato l’estro dei poeti della regione, a cominciare da Cesare De Titta, che nel 1923 ne completò una versione dialettale messa in scena alla Pineta di Pescara durante la Settimana Abruzzese di quell’anno.
estratto dall’atto II: “lazaro di roio”
( Testo originale dannunziano )
Femmina, non avere paura,
Lazaro di Roio è venuto
ma senza portare la falce;
che a pena di tallone
obbligarti non vuole.
Cavato più che un’oncia il sangue gli fu
sul campo di Mispa: e tu sai
la cagion della sciarra e la fine.
SOMMARIO
Presentazione Aurelio Bigi, 7
Presentazione Umberto Russo, 9
Parlature, 10
Ai miei giovani amici studenti, 11
Esaltazione immaginaria, 15
Terra nostra – Parlature, 19
Muntagna mè, 21
LA FIGLIA DI IORIO
Atto I, 23
Atto II, 65
Atto III, 99
Note bio-bigliografiche, 130